La vera storia del THANKSGIVING che nessuno ti ha mai raccontato, ovvero il PERICOLO DEL COLLETTIVISMO!!
Il Thanksgiving, ovvero il Giorno del Ringraziamento, è la festa Americana di fine novembre, la festa del tacchino, la celebrazione dei padri pellegrini partiti dall’Europa e arrivati tanti anni fa negli Stati Uniti a bordo della nave Mayflower.
La domanda che sorge spontanea è: a parte la storiella da prima elementare che si insegna nelle scuole, chi sa davvero come siano andate le cose? Perché questa giornata è così importante per gli americani e cosa rappresenta per loro?
Nella narrativa popolare, il Giorno del Ringraziamento viene raccontato alla stregua di una favola, farcito da tante falsità, pieno di così tante banalità che diventa impossibile comprendere, per chi americano non è, il motivo per cui questa festività è più importante perfino del Natale, riunendo famiglie e causando lo spostamento di milioni di persone da una parte all’altra del paese (non quest’anno purtroppo, a causa delle restrizioni idiotiche dovute al Covid-19) per condividere un “semplice pasto infrasettimanale”.
La storiella del Thanksgiving racconta di un gruppo di pellegrini in difficoltà, salvati dall’aiuto dei nativi americani, che decidono di dedicare una giornata all’anno per ringraziare Dio per averli protetti con la sua benedizione.
La realtà di come andarono le cose è pero ben diversa.
Vediamo di andare per ordine. Prima di tutto è importante capire il contesto storico.
I pellegrini erano un gruppo di religiosi separatisti che cercavano di sfuggire alle persecuzioni politiche in Europa nel XVII secolo. Guidati dal loro leader, John Robinson, si misero alla ricerca di un luogo dove stabilirsi in modo da essere liberi di riunirsi e praticare la loro religione. Dopo essere arrivati in Olanda, a quel tempo il paese tollerante per eccellenza, si resero conto che stavano perdendo lentamente la loro unità e identità culturale.
Pertanto, decisero di emigrare nelle nuove terre americane e inviarono in Inghilterra due rappresentanti con lo scopo di trovare investitori e negoziare un prestito per la loro spedizione. I due emissari furono avvisati di non accettare patti “svantaggiosi”, come ad esempio “promettere la metà delle proprietà e dei profitti come dividenti” in cambio del finanziamento.
Le cose purtroppo non andarono come sperato. Infatti, gli accordi stipulati fra i rappresentanti e gli investitori prevedevano che dopo 7 anni, tutte le proprietà accumulate sarebbero dovute essere divise in maniera perfettamente uguale fra investitori e coloni. Appena furono informati della notizia, il gruppo di pellegrini rimasto in Olanda si oppose. Senza la possibilità di poter possedere ciascuno la “propria” proprietà, sarebbe venuto meno l’incentivo a lavorare duro per creare valore e costruire case solide e belle.
Il gruppo di emissari si trovò subito in una posizione scomoda, avendo negoziato termini di un contratto con gli investitori che il loro gruppo non era disposto ad accettare. I pellegrini accusarono infatti i loro rappresentati di aver accettato condizioni “accettabili per ladri e trafficanti di schiavi piuttosto che per uomini onesti.”
I rappresentanti cercarono di convincere la propria gente che le loro paure erano infondate. “Il nostro scopo è di costruire ciò di cui abbiamo bisogno per vivere, come ad esempio delle abitazioni. Nel caso fosse necessario, potremmo dare fuoco a tutto senza troppi problemi e scappare,” scrisse Robert Cushman, uno dei negoziatori. “Non abbiamo bisogno di sfarzi e ricchezze ma soltanto della nostra forza di volontà. Se Dio ci provvederà anche di ricchezze e tesori, li useremo per procuraci uomini, navi, munizioni e tutto quello che ci servirà.” Inoltre Cushman sostenne che la comproprietà avrebbe “favorito la condivisione” all’interno del gruppo.
Il gruppo in Olanda non fu convinto da queste argomentazioni, ma gli investitori insistettero nel mantenere i termini concordati. Visto che molti dei pellegrini avevano già venduto le loro proprietà in Olanda, non ci fu altra alternativa per loro che accettare a malincuore quelle condizioni sfavorevoli. Nonostante la loro comunità fosse basata su principi cristiani, la realtà era che loro erano interessati ad assicurarsi la proprietà privata, e accettarono queste condizioni solo per necessità e per il disperato bisogno di un supporto finanziario.
Fu così che la loro nave, la Mayflower, approdò sulle coste nordamericane di Cape Cod, nello stato del Massachusetts, nel novembre del 1620. Purtroppo, delle 102 persone che erano partite, soltanto poche decine sopravvissero, mentre il resto dei pellegrini e dell’equipaggio della nave passò a miglior vita a seguito di malattie e stenti patiti durante il viaggio e dopo l’arrivo sulla terraferma.
A seguito dell’insediamento, la nuova colonia chiamata Plymouth fu fondata tra grandi difficoltà. Infatti, questa non era in grado di fornire tutto il cibo necessario per la sopravvivenza degli abitanti, cosi che, come scrisse William Bradford nel suo giornale di viaggio, i pellegrini “iniziarono a pensare come poter aumentare il raccolto di grano e ottenere raccolti migliori in modo da non morire di fame.”
Bradford era una delle figure di rilievo all’interno della comunità. Fu eletto Governatore per la prima volta un anno dopo l’arrivo in America quando il suo predecessore mori; e fu rieletto successivamente per più di trenta volte. Essendo consapevole delle condizioni in cui i suoi amici pellegrini dovevano vivere e lavorare, osservò come pochi erano disposti a spendere il loro tempo e le loro energie a lavorare per il resto del gruppo. Nel suo diario di viaggio scrisse questi suoi pensieri:
“In questa comunità è più facile che si crei confusione e malcontento piuttosto che benessere e benefici per tutti. I più giovani, che sono più forti e capaci di svolgere i lavori più difficili, si lamentano del fatto che debbano spendere il loro tempo e le loro forze per lavorare per le mogli e i figli degli altri senza ricevere nessuna ricompensa. I più forti o quelli con più talento, non ricevono più provviste o vestiti di quelli che sono deboli o capaci di fare un quarto del lavoro. I più grandi e saggi sono messi allo stesso piano con i più giovani e smidollati e retribuiti allo stesso modo. Tutto questo è visto come un simbolo di ingiustizia, simbolo di mancanza di dignità e rispetto.”
Le donne e le mogli a cui veniva ordinato di svolgere servizi per altri uomini, come cucinare il cibo, lavare i panni etc., erano viste come una sorta di schiave. E i loro mariti facevano difficolta a tollerare questa situazione.
Dopo tre anni di pigrizia e bassissima produttività, nel 1623 Bradford prese la decisione di abolire le norme che dettavano il “sistema comunitario”. Dopo molti dibattiti e discussioni infatti, si convenne che ogni singolo uomo libero avrebbe dovuto avere una parte di terra, e ogni padre di famiglia avrebbe avuto il permesso di “acquistare una azione per sé, una per sua moglie, e uno per tutti i bambini che vivevano con lui, e che ognuno dovesse pagare la sua parte del debito pubblico in base al numero delle sue azioni”. La divisione dei beni risultò subito un successo: le donne, che in precedenza si dichiaravano deboli e inabili al lavoro manuale, adesso iniziarono ad andare nei campi di loro spontanea volontà, portandosi talvolta con se anche i figli più grandi e forti.
Bradford scrisse che nel sistema precedente era un fallimento, gli uomini “semplici e devoti” cercavano ogni occasione per darsi malati ed evitare di lavorare. Gli investitori non erano pagati a sufficienza, e lo spirito di condivisione non si diffondeva come aveva predetto Cushman, anzi non vi erano segni di progresso alcuno.
Al contrario, la divisione dei beni mobili ed immobili e l’instaurazione della proprietà privata aveva accelerato il processo di produzione e la creazione del benessere.
I risultati erano ben visibili agli occhi di tutti. Nel 1621, l’anno della celebrazione del primo giorno del ringraziamento, grazie all’aiuto dei nativi americani e un tavolo pieno di beni di ogni genere, la colonia aveva seminato appena 26 acri di terra. Un anno dopo, ne furono seminati 60. Nel 1623, dopo la creazione della proprietà privata, i campi seminati furono 184.
Il contratto con gli investitori fu rinegoziato e alla fine ripagato. Per quanto riguarda i coloni, Bradford scrisse: ”al posto della fame e della carestia, adesso Dio provvede per loro; e le cose sono cambiate per il tripudio di molti, i quali benedicono il Signore per questo.”
Pertanto il Thanksgiving, o perlomeno la sua vera origine, dovrebbe essere vista come il trionfo del capitalismo sopra il comunismo, della prosperità e della proprietà privata sopra la miseria e la schiavitù. A seguito di una vera analisi storica, si può dire come il successo dei pellegrini fu dovuto al fatto che, grazie all’aiuto di Bradford, le persone furono incentivate a produrre per se stessi. L’interesse del singolo fu messo al di sopra di quello degli altri, anche se gli altri erano i propri concittadini.
Il giorno del ringraziamento è quindi una storia sulla ricompensa, sulla benedizione divina, e sulla condivisione del nostro superfluo con le persone in difficoltà. Mentre la prima celebrazione fu la condivisione da parte delle popolazioni locali (i nativi americani) dei loro averi con i neoarrivati coloni inglese, le celebrazioni successive non sarebbero neppure esistite se Bradford non avesse cambiato le condizioni economiche che regolavano la vita dei pellegrini.
E’ più facile avere del “superfluo” a disposizione da condividere con gli altri quando ognuno può decidere liberamente come, dove e quando lavorare, o come applicare il proprio talento e le proprie capacità per produrre le cose di cui ha bisogno e barattare quello che ha in eccesso.
I timori espressi dai coloni ai loro rappresentati mandati a contrattare con gli investitori risultarono ben fondati. I pellegrini infatti capirono, e più tardi dimostrarono in maniera eccellente, come il desiderio di profitto di una persona è la chiave per produrre e provvedere a se stesso, alla propria famiglia e a tutta la comunità.
Mentre gli americani oggi possono godere, ancora una volta, del surplus prodotto dal nostro sistema (estremamente controllato e appesantito da leggi e regolamenti) capitalista, pochissime persone capiranno la prima e importante lezione di vita di quelle persone che diedero il via a questa celebrazione nazionale.
Ancora meno persone promuoveranno, difenderanno e sosterranno quelle politiche paragonabili alla saggia decisione del Governatore Bradford, decidendo invece di supportare il sistema corrente che permette a loro di vivere alle spalle degli altri.
Pertanto, che voi celebriate il Giorno del Ringraziamento o no, non importa. Quello che conta è capire che la chiave per continuare la benedizione della vita e provvedere ai propri cari e a chi intorno a noi ha bisogno è questo: permettere a ciascuno di perseguire liberamente il proprio interesse economico.
Ogni altra teoria, indipendentemente da quale partito politico la supporti, porterà prima o poi a ciò che Bradford definì Schiavitù!
Nel quinto libro della serie dei gemelli Tuttle, I GEMELLI TUTTLE E IL VIAGGIO A SURFILANDIA, Ethan ed Emily affrontano il problema del controllo economico del governo sul processo decisionale attraverso la pianificazione centralizzata, ovvero l’abbandono dell’INDIVIDUALISMO in favore del COLLETTIVISMO.
Come anche descritto in maniera molto più dettagliata nel libro “La via della SCHIAVITÙ” scritto da Friedrich Hayek, da cui l’avventura dei gemelli Tuttle prende spunto, una società dominata dal collettivismo porta inevitabilmente alla PERDITA delle libertà, alla creazione di una società OPPRESSIVA, e ultimamente, appunto, alla SCHIAVITÙ.
Inizia ad introdurre oggi questi concetti ai tuoi bambini, perché “è più facile costruire bambini forti che riparare adulti rovinati”. Scopri come al www.gemellituttle.it.
Buona lettura e, Happy Thanksgiving!
Marco